Gli sciamani conducono l'entità - con il suo consenso, una volta che si è resa conto di essere morta - in un luogo oltre il Mondo Intermedio dove potrà riunirsi con le persone che ama. Quando le persone sono state liberate dalle entità che le possedevano, lo sciamano ristabilisce il loro legame con il potere e l'integrità della loro anima rendendole nuovamente complete e non vulnerabili ad altre possessioni. Il lavoro di depossessione prende forme leggermente diverse nelle varie culture, ma i principi fondamentali sono gli stessi. Spero molto che un giorno la nostra cultura riconosca la necessità di permettere ai praticanti sciamanici di lavorare con gli aspetti spirituali della malattia in collaborazione con i professionisti che si occupano degli aspetti non spirituali. Secondo Lei perché questo non avviene oggi? Sfortunatamente, quando la scienza era agli inizi, in parte anche come reazione alla Chiesa in Europa, decretò che le anime e gli spiriti non avevano realtà e perciò non potevano essere oggetto di indagine scientifica. Ebbene, questa è un'affermazione a priori: in altre parole, e ironicamente, una dichiarazione di fede enunciata nel diciottesimo secolo. In effetti, la scienza non ha mai confutato l'esistenza degli spiriti. Credo che oggi, alle soglie del ventunesimo secolo, sia giunto il momento di abbandonare una scienza basata sulla fede (la fede che gli spiriti non esistono) e renderla una vera scienza, cioè, che non decreti a priori l'impossibilità di certi fenomeni e cause. Riguardo il lavoro di estrazione, da dove proviene la malattia che viene estratta? Dal punto di vista sciamanico, tutti hanno una parte spirituale, che lo riconoscano o meno. Quando le persone si arrabbiano, sono gelose o hanno altri sentimenti ostili, possono rendersi responsabili non solo di un abuso verbale o fisico, ma anche di un abuso spirituale senza nemmeno esserne coscienti. In altre parole, ignorare i principi sciamanici può condurci a danneggiare altri a livello spirituale. Tra gli Untsuri Shuar, o Jìvaro, dell'Ecuador orientale, presso i quali ho vissuto per vari anni, queste intrusioni sono chiamate "dardi magici". A quel tempo c'erano molte lotte e guerre nella tribù e a volte i guaritori, adirati, perdevano la disciplina e usavano i loro poteri per vendicarsi. Questo tuttavia è un grave errore non solo sul piano etico, ma anche in termini di autoconservazione. Non importa quanto siano giustificati i sentimenti di una persona in quel momento, gli spiriti protettori che partecipano al grande universo nascosto e al suo amore, ci abbandoneranno. È come se fossimo delle batterie ricaricabili. Abbiamo ancora del potere e possiamo ancora danneggiare altri, ma la fonte di energia non ci sta più ricaricando. L'ho visto succedere molte volte in Amazzonia. Gli sciamani, nella loro rabbia, possono far del male per un po', ma alla fine tutto si ritorce su di loro, a volte arrecando sofferenze e morte anche ai familiari. Ciò non vuol dire che non ci si possa arrabbiare con gli altri. Significa solo che si deve avere disciplina e sapere che ci sono dei parametri. Potete sfogare verbalmente la vostra rabbia e, allo stesso tempo, controllare il vostro lato spirituale. Ma per quanto riguarda la vostra vita e il vostro benessere, se non operate per alleviare il dolore e le sofferenze altrui - e specialmente se operate in senso contrario - vi troverete presto in una situazione difficile. Se capisco il concetto, gli sciamani restituiscono completezza e potere a un essere umano, e questo a sua volta aiuta a risolvere altri suoi problemi. Da questo punto di vista, la persona "colma del potere" ha la capacità di guarire se stessa. Potrebbe sembrare così dall'esterno, ma il concetto di autoguarigione esclude gli spiriti. Nella concezione sciamanica, nessuno è vissuto fino a raggiungere l'età adulta senza un aiuto spirituale, che lo sappia o meno. Il concetto di autoguarigione è un concetto mondano e di per sè valido. Insegna alle persone ad assumersi una parte di responsabilità nell'affrontare la propria malattia. Ma insegna anche ad assumersi delle responsabilità nei confronti della propria morte. Con questo approccio, ognuno è un fallito al momento della morte, perché siamo responsabili di tutto quanto ci accade. Dal punto di vista sciamanico, noi non siamo così importanti. Non siamo necessariamente la cosa più grande nell'universo. Lo sciamano ha un atteggiamento più umile: anche se potrebbe sembrare un'autoguarigione, egli riconosce che in realtà stiamo ricevendo aiuto. Naturalmente il suo compito è quello di accelerare questa possibilità .Così una persona non guarisce realmente se stessa? In certi casi potrebbe anche farlo, non voglio escludere questa possibilità. L'autoguarigione è una visione mondana della realtà, ma è comunque un passo verso la consapevolezza. È come riconoscere che il cervello è collegato al corpo. |