A cura di Nello Ceccon
Lo stress nel linguaggio comune viene riferito a delle reazioni negative interiori, dovute a minacce, preoccupazioni, causate dai rapporti con colleghi, con i membri famigliari, oppure da valutazioni non positive, come lo stare nel traffico e così via. Questo stress si accumula, fino a portare a stati depressivi, malattie, arrivando anche alla morte. Lo stress è anche una delle cause principali della mancata capacità creativa di una persona.
La gestione dei propri processi emozionali interni è la chiave per ridurre lo stress, accumulato quotidianamente. La tecnica che viene presentata può essere applicata in ogni contesto, durante un incontro ad alto impatto personale oppure durante il lavoro, in cui ci sono delle date di scadenza e degli obiettivi da ottenere. Facendo questo si riesce ad invertire gli effetti tossici che subisce il corpo, la mente e lo spirito, andando anche ad incrementare le proprie capacità produttive.
I sintomi di una persona sotto stress sono ben noti, il pallore, l’irritabilità, a volte l’ansia, occhiaie, mal di stomaco…. Possono sorgere anche problemi cardiovascolari, come il colesterolo alto o l’ipertensione sanguigna.
Ci sono motivi fisiologici ben precisi che spiegano il comportamento di una persona stressata. Come ha già descritto Daniel Goleman il centro emozionale del cervello contiene due sistemi limbici: il primo ha un sistema di controllo aperto che interagisce con le persone, il secondo, più profondo che viene associato allo stato evolutivo di quando eravamo rettili, ha un sistema di controllo chiuso, autoregolato, che trasmette messaggi per il sistema ghiandolare, la pressione sanguigna e per gli organi interni.
Sotto l’effetto dello stress, questo secondo circuito viene regolato solo in un modo:come se dovesse in continuazione combattere e lottare. Lo stress blocca la sua capacità di recuperare una situazione normale. L’amigdala, il centro del cervello emotivo, soggiace continuamente a questa situazione. Perciò qualunque stimolo emotivo che l’amigdala riceve dall’esterno, viene trasformato in una reazione negativa, i suoi ricordi cioè sono fissati solo su situazioni sgradevoli. Così la persona stressata arriva a casa dal lavoro nelle sue solite condizioni, una qualunque osservazione della moglie, per esempio la semplice richiesta di togliersi le scarpe prima di salire le scale, viene recepita come un attacco, una minaccia personale. È quella che viene chiamata “reazione da rettile”.
Per spezzare questo sistema emozionale automatico, autopilotato, è stata sviluppata una tecnica molto semplice. Il concetto di base è che la percezione emotiva può essere osservata, come quando si guarda un film.
Nel momento in cui ci si sente in una situazione di stress, si blocca la scena e si comincia ad osservarla in maniera dettagliata. Questo atto, interrompe la catena di reazioni automatiche che si stava innescando.
I cinque passi da applicare.
1- Individuare uno stato di tensione e cominciare ad osservarlo.
Quando siamo in una situazione di stress, il nostro corpo, con l’autopilota, comincia a reagire. È importante riconoscere quali sono le nostre reazioni automatiche davanti ad una situazione che ci appare sgradevole: il collo può irrigidirsi, comincia a tremare un lato della bocca, viene un nodo nello stomaco, si corrugano le sopracciglia, si muova una gamba… Quando impariamo a conoscerci, osservandoci, capiamo che stiamo innescando la “reazione a catena”, in quel momento, accorgendosene, la blocchiamo, la congeliamo lì e magari spostiamo l’attenzione su qualche cosa d’altro. In questo modo blocchiamo il circuito dell’amigdala e ci distacchiamo dallo stimolo stressante.
2- Respirare attraverso il cuore
Nel momento in cui si è bloccato lo stimolo di stress, ci si concentra sul cuore. Si comincia ad inspirare lentamente per sei secondi circa, visualizzando che il respiro entri dal cuore, poi si comincia ad espirare, per altri sei secondi,visualizzando che il respiro esca dal plesso solare, all’altezza dello stomaco. In questo modo si rallenta la tendenza del cuore ad accelerare il ritmo in concomitanza di uno stimo di stress. Il cuore è direttamente collegato all’amigdala, perciò è come se si mandasse a questa parte del cervello un segnale che “tutto è a posto”, “non ci sono fattori stressanti intorno”. Così si riesce a lasciare andare gli effetti negativi che di solito si subivano al primo impatto stressante; anche il corpo si ferma nella sua reazione fisica, di contrazione muscolare, di tensioni ecc.
Riuscire a regolarizzare il respiro, con un ritmo regolare di dodici secondi, significa “forzare” tutti gli altri organi del corpo a sincronizzarsi ad una frequenza che non è quella dello stress.
3- Associare immagini positive
Una volta fermata la situazione, dobbiamo farla evolvere verso un sentimento positivo. Perciò si comincia a pensare, a visualizzare, un evento che nel passato ci aveva dato emozioni positive. Per esempio è sufficiente il ricordo di una bella passeggiata, o la foto del proprio foglio che sta giocando, per riportare l’amigdala ad una attività positiva.
In questo modo si riesce ad entrare, agire nel luogo più profondo del nostro cervello.
4- Chiedersi” Come posso fare per migliorare questa situazione?”
Nel momento che siamo riusciti a trasformare una emozione ed una potenziale reazione negativa in un sentimento positivo, abbiamo anche lo spazio mentale per andare oltre, per trovare delle soluzioni creative alla questione che nonostante tutto ci provoca disagio.
Possiamo perciò passare all’azione in maniera lucida, distaccata, chiedendoci “cosa posso fare per ridurre il mio stress?” In una situazione psicologicamente favorevole, il nostro cervello lavora in modo molto più efficiente, è libero da blocchi ed ostacoli, è perciò in grado di affrontare alla radice il problema che è causa di stress. Si possono trovare delle strategie comportamentali per prevenire queste situazioni; se per esempio sappiamo che siamo molto suscettibili quando siamo affamati, non andremo ad una riunione importante nell’ora di pranzo, a meno che non abbiamo mangiato qualche cosa prima.
5- Notare i cambiamenti in prospettiva
È giusto controllarsi e vedere quali sono gli effetti positivi che si stanno innescando con questo differente sistema di comportamento. Questo aiuta a rinforzare il processo e soprattutto a dare fiducia a sé stessi ed agli altri che le situazioni, anche quelle che pensavamo insormontabili, in realtà si possono mutare. È bene notare come sta evolvendo la nostra vita, quali sono stati e quali saranno i nostri cambiamenti.
Altre informazioni su questo tipo di esercizi e metodi si trovano nel sito www.heartmath.com
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