di Nello Ceccon

Sarebbe molto bello poter affermare con certezza che anche le nostre tradizioni spirituali, qui in Italia, hanno una matrice sciamanica che si è tramandata fino ai giorni nostri. In realtà c’è una discontinuità che dura da alcuni secoli, forse tre o quattro. Ma se facciamo riferimento alla storia dell’ uomo, così come la conosciamo, possiamo affermare che 300 o 400 anni sono veramente poca cosa, rispetto a quanta conoscenza ed esperienza abbiamo accumulato nelle nostre cellule.
Inoltre abbiamo tutta una serie di siti storici che si sono conservati, ed altri che stanno venendo alla luce.

 

Un po’ come stanno facendo i Nativi Americani, dopo la loro grave sconfitta e il genocidio avvenuto nel XIX secolo, abbiamo la responsabilità di riscoprire da dove proviene tutta la nostra spinta spirituale, che è presente in tutti noi. Possiamo affermare questo per andare oltre al luogo comune che stiamo vivendo in una società materialista, perché se parliamo ad ogni singola persona, possiamo rilevare interesse, anche solo di conoscenza, per molti temi filosofici, esistenziali, spirituali. Ogni adulto da bambino si è chiesto “da dove vengo?” e probabilmente la risposta che ha ricevuto, se l’ha ricevuta, non lo ha soddisfatto, e così questa domanda a livello subliminale se la sta portando dietro ancora adesso. Lo possiamo verificare con i nostri famigliari, con parenti ed amici, per comprendere che il bisogno di conoscenza spirituale è intrinseco in noi.

Questo bisogno è la spinta che ha portato anche l’uomo antico a scoprire nuovi mondi, a conoscere la sfera dell’invisibile e a comunicare con esseri non umani e poi anche immateriali.

E’ probabile che le scoperte che ha fatto non siano state indotte da conoscenze o da “dottrine” precedenti, ma che siano derivate da esperienze dirette in queste altre realtà. Abbiamo noi la capacità di ripercorre quello che hanno percorso i nostri antenati?

Se i presupposti su cui si basa lo sciamanesimo sono corretti, la risposta non può essere altro che affermativa. E questa ipotesi ci viene continuamente suffragata dalle esperienze di viaggi sciamanici che vengono vissute dalle persone più diverse. Spesso queste esperienze si rifanno ad eventi mitici che sono sopravvissuti per millenni, come ad esempio la disgregazione del corpo, smembramento, e la successiva rinascita, oppure l’albero della vita, che nel basso entra nel mondo superiore e verso l’alto entra nel mondo celestiale. A volte coloro che compiono il viaggio sciamanico sperimentano le stesse percezioni sensoriali dell’animale di potere che hanno incontrato, con il volo, con la corsa a quattro zampe, oppure con il contatto degli elementi della terra e dell’acqua.

Un modo molto frequente per entrare nella mitologia è connettersi con gli spiriti del luogo. Gli antichi romani avevano un termine che usavano insistentemente, il Genius Loci, cioè sentivano la presenza di entità soprannaturali associate con un determinato luogo. Se andiamo in un luogo storico, dove sappiamo che sono vissuti con una certa intensità i nostri antenati, vediamo che risulta facilissimo connettersi con questi Genius Loci, e ricevere da loro conoscenze, rituali, e riscoprire le cerimonie che venivano svolte per onorarli. È possibile risalire anche agli stili di vita del luogo, come le persone si vestivano, quali strutture architettoniche avevano i villaggi, le gerarchie e le organizzazioni interne della comunità. Possiamo scoprire mondi affascinanti, molto più ricchi e dettagliati di qualunque libro di storia, documentario o film.

Buon viaggio!