Di Nello Ceccon
Il silenzio interiore è uno stato di coscienza in cui tutti i pensieri della mente si fermano, sono come congelati ed inattivi. Nel silenzio è possibile sentire quello che proviene da spazi e tempi che vanno oltre ciò che la mente in condizioni normali può percepire. È possibile accedere a conoscenze che hanno molto poco di “umano” ma che nello stesso tempo appartengono profondamente all’umanità. Gli artisti nell’eseguire i loro lavori in modo consapevole o inconsapevole sono in questo particolare stato. Gli sciamani di tutto il mondo per portare guarigione, conoscenza e saggezza alla loro comunità hanno elaborato varie pratiche per giungere in modo tangibile ed affidabile al silenzio.
Carlos Castaneda addestrato da don Juan Matus, uno sciamano Yaqui nel deserto di Sonora, ha descritto minuziosamente nei suoi ultimi libri come gli sciamani dell’Antico Messico entravano nella profondità del silenzio interiore attraverso i Passi Magici. Questi sono movimenti e respirazioni sognate dai veggenti del suo lignaggio, in tempi molto remoti e che hanno riportato in questa realtà con scopi pratici.
Attraverso il silenzio interiore è possibile sconfiggere quello che in quasi tutte le tradizioni spirituali, dall’Oriente fino all’Occidente, viene individuato come il più grande ostacolo all’evoluzione del genere umano. La mente che interiormente continua a dire “io.., io…, io,…” con il suo rumore copre tutti gli altri segnali e le altre percezioni che sono disponibili all’uomo. Carlos Castaneda, nel suo libro”Tensegrità” racconta l’episodio in cui, avendo ottenuto il silenzio interiore, per la prima volta riuscì a “vedere”, e la cosa che più lo sconvolse dell’episodio fu non tanto la visione di un paesaggio mai visto, di animali preistorici, di suoni ancestrali che riuscì a percepire in mezzo al traffico di Los Angeles, ma il fatto che in qualche modo queste cose le aveva percepite anche prima, da sempre.
Lo sciamanesimo è la pratica più facile e nello stesso momento più difficile da vivere proprio per questo, perché spesso le cose arrivano in modo così semplice ed immediato che non ci rendiamo conto del loro intrinseco valore. La mente si mette d’ostacolo, complica ed offusca la percezione diretta, porta il giudizio, la mancanza di fiducia e svaluta ciò che invece avvertiamo con il cuore.
Ma come possiamo raggiungere il silenzio interiore?
Gli sciamani hanno sviluppato moltissimi stratagemmi per mettere da parte la mente. Il silenzio può durare qualche secondo oppure degli interi minuti, dipende dalle capacità individuali ed anche dai mezzi che vengonoutilizzati. Chi riesce a superare una certa soglia è poi in grado di raggiungere il silenzio in modo spontaneo. Uno dei metodi più affascinante è quello che ha tramandato il lignaggio di Carlos Castaneda attraverso i Passi Magici, che utilizza alcuni movimenti del corpo. Secondo i veggenti del suo lignaggio oltre al corpo fisico abbiamo un corpo energetico, e questo è al di fuori del controllo della mente. I Passi Magici hanno la capacità di avvicinare i due corpi, fino ad unirli in una unità percettiva in grado di attingere alla conoscenza silenziosa, come venne definita dal suo maestro il nagual don Juan. I Passi Magici stimolano opportuni punti di collegamento tra il corpo fisico ed il corpo energetico ed attivano aree di energia che sono spesso inutilizzate. L’azione congiunta di questi due azioni porta ad una completa saturazione della mente, che non è più in grado di interferire con gli stati elevati di coscienza, permettendo a coloro che li praticano in modo disciplinato e sobrio, di vedere l’energia così come fluisce nell’universo.
I Passi Magici tramandati per il silenzio interiore hanno nell’oscurità la loro fonte principale, proprio perché l’oscurità, togliendo all’organo più vicino alla mente, l’occhio, la possibilità di essere attivo, facilitaquell’assenza di pensiero-verbalizzazione caratteristico dell’attività mentale.
Sono movimenti molto elementari, come per esempio il tracciare con il piede o con le mani delle figure semplici, oppure esercitare pressione in alcune parti del corpo in sincronia con il respiro, che alterano in modo sottile ma profondo lo stato di coscienza. Questi movimenti permettono al corpo di assumere la consapevolezza che realmente gli appartiene, attivando aree che nella vita quotidiana sembrano non esistere, e conferiscono una carica di benessere facilmente percepibile.
Uno dei più potenti strumenti per raggiungere il silenzio interiore è il tamburo. Con il battito monotono e continuato il cervello comincia a rallentare la sua attività, i pensieri vengono rapidamente messi da parte per lasciare spazio alla conoscenza non-verbale. In questo caso il passaggio dal dialogo interiore, cioè da quella serie di pensieri che continuamente sovraffollano la mente, ed il silenzio diventa graduale, la continuità del tamburo inoltre permette di ritornare al silenzio in ogni momento, anche se il dialogo è per qualche istante ritornato.
Nel lignaggio di Carlos Castaneda il suono dei tamburi è utilizzato in abbinamento con alcuni passi simili ad una danza, per rinforzare l’effetto e per conferire all’intero corpo la percezione del silenzio.
Quello che avviene tra due pensieri è silenzio interiore, ma quante volte succede questo a noi occidentali, completamente in balia degli stimoli esterni, come ad esempio radio, TV, cinema, computer?