di Nello Ceccon
Il cacao è una pianta sacra per il popolo Maya, viene da loro chiamata “La Bevanda Degli Dei” , questo è anche il significato del nome scientifico dato alla pianta del cacao Theobroma Cacao (Theo -Dio, broma –bevanda).
Per dare l’opportunità allo Spirito del Cacao di entrare nella persona che lo assume, nella maniera tradizionale si preferisce farlo attraverso una specifica cerimonia.
E’ stato usati per millenni dai popoli indigeni del Centro America come elemento essenziale nei riti. Lo Spirito del Cacao era ritenuto una delle divinità più importanti nella cosmovisione Maya. In Messico gli Aztechi lo consideravano talmente prezioso che le fave di cacao erano considerate come monete.
Il cacao delle cerimonie è molto diverso dal cacao che si trova nei nostri supermercati. Viene ricavato dalla semplice macinazione a freddo delle fave di cacao provenienti dalle piante autoctone del Guatemala, preventivamente le fave subiscono una leggera tostatura e pelatura.
In questo modo il cacao contiene tutti gli elementi che compongono il frutto nella sua integrità, incluso il burro di cacao, che invece nella produzione industriale viene subito separato.
Ritornando alla cerimonia, l’assunzione del cacao è un momento sacro per connettersi con le Divinità attraverso un profondo viaggio interiore che parte dal proprio cuore. Il Cacao ha la proprietà di favorire un’apertura amorevole del cuore, permettendo di ascoltare le parti più profonde di sé stessi.
Secondo la tradizione Maya, è attraverso il Cuore che avviene la connessione con il Cielo, Cuore del Cielo, e con la Terra, Cuore della Terra.
Lo Spirito del Cacao è molto gentile, a differenza di altre piante sacre non è intrusivo. Colui che lo assume deve permettere allo Spirito del Cacao di entrare, in questo modo l’azione fisiologica e spirituale diventa completa. Si può anche permettere di non entrare, in questo caso non succede niente, lo Spirito del Cacao rispetta la volontà dell’individuo.
Accettando invece la sua presenza, la coscienza comunque rimane propria, non viene alterata da altre entità, viene invece stabilito un contatto diretto tra questa e le emozioni che risiedono nel proprio cuore.
Il cuore è la sede dell’amore in tutte le culture tradizionali, a volte è anche la sede di alcune ferite che si ricevono nella vita, per questo motivo il Cacao ha un effetto prima di tutto di rilascio e di liberazione delle emozioni che portano i dolori della vita, ma successivamente connette l’individuo con il vero e grande Cuore, sede dell’Amore infinito, illimitato.
Lo Spirito del Cacao lavora anche sui nostri Antenati, ha la capacità di rilasciare e guarire le sofferenze che sono state loro.
La Cerimonia del Cacao porta ad un’esperienza molto profonda di guarigione, soprattutto verso la consapevolezza che la vita di ciascuno è comunque imbevuta di Puro Amore, dal momento del concepimento fino all’istante del respiro presente. L’Amore, anche nella tradizione Maya, è il motore di tutta la vita, è la fonte e la sorgente del benessere, dell’armonia e dell’equilibrio del Cosmo intero.
Da notare che lo Spirito del Cacao attiva le emozioni e le energie del Cuore, ma non si sostituisce mai alla persona. Per questo è un metodo assolutamente non intrusivo, bensì rispettoso della personalità di chi lo assume.
La Prossima Cerimonia in Programma
Alcune note autobiografiche dell'autore riguardo la Cerimonia del Cacao.
Un paio di anni fa, nel 2016, mi trovavo in Guatemala con amici, in un piccolo villaggio tradizionale Maya sul lago d’Atitlan. Il viaggio aveva lo scopo di vivere direttamente la spiritualità Maya, con alcune guide che già conoscevo.
Nel programma che ci aveva fatto la nostra Guida Maya locale c’era anche la cerimonia del cacao. Nessuno di noi aveva idea di cosa potesse essere, poiché tutti noi, nella nostra cultura, consideriamo il Cacao un alimento gustoso, di piacere, se di buona qualità anche nutriente, ma niente di più.
Infatti proprio il giorno della cerimonia avevo lo stomaco un po’ in disordine e senza troppo rimpianto, rinuncio alla partecipazione di questa cerimonia. I miei amici ritornano con diverse sensazioni, alcuni in uno stato di benessere e di gioia, altri come se avessero rilasciato una tonnellata di emozioni. In ogni caso, come nel mio stile, non mi preoccupo di averla perduta. Un’amica insiste però della bellezza della cerimonia e delle due guide che la hanno condotta, due giovani fratello e sorella locali, Sebastian e Ana, e così acconsento che , prima di partire andremo a fare ancora questa cerimonia.
Il luogo è il retro del loro negozio di tessuti, tutto riparato da tende colorato, a forma quadrata, e sul pavimento molte coperte e cuscini.
Al centro un semplice altare con alcune cabosse di Cacao, ovvero il frutto di cacao che all’interno contiene le fave, dei fiori e una ciotola d’acqua, intorno quattro candele colorate.
L’ingresso alla sala viene preparato con una purificazione profonda di copale bruciato su alcuni carboni ardenti messi in una incensiera.
Ana e Sebastian ci invitano a sederci a cerchio, loro due si mettono vicini nel cerchio con noi.
La cerimonia inizia con alcune preghiere nella loro lingua locale, il Tzutuj’il, una delle più antiche lingue tradizionali Maya. Subito portano le tazze con questo liquido caldo composto da acqua e povere di cacao, e ci invitano a berlo, con calma. Ci spiegano che il Cacao è la bevanda sacra dei loro antenati Maya, è però uno spirito gentile, che entra solo se tu gli permetti di entrare.
In sottofondo una musica rilassante.
Nel silenzio piano piano bevo la tazza di cacao. I primi minuti semplicemente aspetto, non sento nessun effetto, ma poi gradualmente sento come se il mio cuore volesse mettermi in contatto con l’Amore. Mi sento profondamente rilassato, cullato da questa emozione, sento che il mio corpo e la mia anima sono avvolte da questa grazia, dall’amore gentile del mio cuore.
Percepisco come vuole agire il mio cuore, in quel momento sento di potermi completamente fidare di lui. Dopo un po’ Sebastian mi chiede di stare vicino ad un ragazzo che invece era entrato in contatto con i dolori che il suo cuore portava. Poi mi suggerisce di andare da un’altra ragazza, che anche lei stava vivendo delle emozioni intense di memorie che avevano ferito il suo cuore. Dopo un bel po di tempo la cerimonia si conclude, sento che tutti hanno toccato direttamente e con gentilezza la propria anima, la propria pura e profonda essenza.
Prima di uscire Sebastian mi dice che ha visto in me due grandi luce, due soli rossi e una luce Azzurra, che questo è un segno che il Cacao mi ha accolto molto bene, continua poi dicendo che durante la cerimonia avevo una energia di guarigione e con questa energia ho aiutato molto il cerchio nel lavoro di guarigione.
Mi dice cose che in qualche modo già sapevo, che lui invece prima di incontrarmi non sapeva, perciò rimango un po neutro dalle sue parole, come il mio solito entrano nel limbo dei ricordi che sono sotto la coscienza.
Per me la storia finisce qui.
Il giorno dopo me ne vado a fare un’escursione fino a 3000 metri sul monte San Pedro, un vulcano spento che circonda il lago d’Atitlan, sapevo che il giorno dopo sarebbe iniziato il viaggio di ritorno verso casa, perciò lo volevo concludere in movimento, in contatto diretto con i grandi Spiriti di quella terra.
Quel giorno invece la mia amica che aveva partecipato alla cerimonia ritorna al negozio e Sebastian gli suggerisce di donarmi delle cabosse di Cacao. Nel viaggio di ritorno mi chiede se ho spazio nella valigia, io un po’ acidamente le rispondo di no, non avevo spazio per mettere le sue cose. In realtà poi mi dice che aveva delle cabosse di Cacao che Sebastian aveva insistito di farmi avere, così mio malgrado le metto in valigia.
A casa però le tratto con molto rispetto, so che il Cacao comunque mi aveva donato un’esperienza bellissima e importante, quindi le metto con cura in essicazione e poi le avvolgo con sacralità in una stoffa che avevo acquistato nel villaggio.
Sapevo e sentivo che lo Spirito del Cacao era dentro alla cabossa.
L’altra mia amica mi spiega che Sebastian ha voluto che mi arrivassero quelle cabosse perché connettono direttamente con lo spirito del Cacao. Le ha spiegato che tutto quello che avviene durante la cerimonia è opera dello Spirito del Cacao.
Passa un anno, nel frattempo sempre questa mia cara mica mi chiede di fare una cerimonia con del cacao che lei si era fatta arrivare dal Guatemala, l’esperienza mi piace, io e lei la conduciamo in un cerchio di amici.
Ero cosciente che lo Spirito Cacao mi aveva inseguito in Italia, ma ancora non conoscevo il vero motivo.
Ad inizio di quest’anno, 2018, ritorno in Guatemala, con una mia amica dell’anno precedente e un piccolo gruppo di miei studenti.
Una delle prime cerimonie che facciamo è quella del cacao. Ancora una volta mi stupisce la semplicità della cerimonia, l’azione sana, gentile e guaritrice dello Spirito del Cacao. In questa cerimonia oltre ai due fratelli, Ana e Sebastian, è presente anche la loro mamma, Teresa, un’anziana donna che poi ci dicono appartenere al cerchio degli Anziani rappresentativi del villaggio.
Le sue preghiere sono solo in lingua indigena, Tzutu’il, ma sentiamo che provengono dal cuore, sono molto intense, collegate in maniera profonda con le loro antiche e originali divinità, i Naguales a molto altro che posso solo intuire, ma non sapere a livello mentale.
Ogni volta mi sento avvolto da una vibrazione dolce, amorevole, di luce che nutre. Le mie esperienze diventano sempre più profonde, comprendo l’Amore da cui è scaturito il mio concepimento, comprendo quanto amore ci sia in ogni essere vivente.
Dopo questa cerimonia io e la mia amica siamo invitati ad un’altra cerimonia, solo per noi due, nella loro casa di famiglia.
In questa cerimonia del Cacao, siamo solo io e lei da una parte del cerchio, Ana e Sebastian nella parte opposta e alla nostra sinistra Teresa, la loro mamma anziana. Questa volta la cerimonia è stata apparentemente ancora più semplice, ma Teresa ha pregato molto di più della volta precedente.
Alla fine Ana ci spiega che questa è una cerimonia di iniziazione per condurre delle cerimonie del Cacao nel nostro paese. Molti altri avevano chiesto a loro di poterle svolgere, ma avevano sempre sentito che non era il momento. Per noi invece, che non lo abbiamo chiesto, quello era il momento di portare questa cerimonia in Europa. Ci ha dato poche istruzioni, quella più importante che abbiamo ricevuto è che lo Spirito del Cacao è portatore di Amore, e che noi nelle cerimonie siamo portatori d’Amore.
Ci ha dato altre regole da tenere riservate.
Credevo che la storia del Cacao in Guatemala fosse qui finita. L’ultimo giorno prima della partenza, nel tragitto verso l’aeroporto di Guatemala City ci fermiamo cittadina di Antigua, come dice il nome una città antica, battuta da molti turisti. Ci sono molti baracchini che vendono la Cioccobanana, una banana immersa nel cioccolato fuso e poi congelata. Verso mezzogiorno mi viene voglia di assaggiarla, perché questi chioschi si trovano sparsi per tutte le vie cittadine. Ne vedo uno, e dico ai miei amici che mi fermo per prendere la cioccobanana. A caso scelgo uno di questi chioschetti, prendo la banana, vado per pagarla all’inserviente, ma lui mi dice che la cassa è all’interno del palazzo. Entro e con mio stupore il chiosco era solo la parte esterna del Museo del Cacao, un patio bellissimo, dove si poteva degustare il cioccolato nelle varie forme e dove c’è un piccolo museo che spiega l’importanza del cacao per il popolo Maya. Così decidiamo di fermarci lì per mangiare e bere qualche cosa. Mi viene in mente che forse hanno qualche cabossa di cacao fresca, anche se non la vedo. Prendo il coraggio di fare la richiesta ad una ragazza che sta servendo, scelgo quella che mi sembra più vispa, prima mi dice che non ce ne sono, poi ci pensa un attimo e mi dice “forse sì”. Fa un giro nel retrobottega e arriva con due bellissime cabosse gialle, fresche. Penso: lo Spirito del Cacao non vuole farsi dimenticare da me. Mi commuovo.
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